Pubblicato in: Neuropsicomotricità e passi

Ciao, sono una Neuropsicomotricista!

Quando studiavo all’università, ricordo che mia madre scrisse su un foglio cosa facevo.
Non aveva problemi di memoria, era solo che dire “mia figlia studia terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva“, all’inizio le risultava difficile.
Questo professionista spesso sconosciuto, essere semi-mitologico perché spesso anche confuso con molte altre figure, che fa nella vita? E quindi, io, di cosa mi occupo?
Continua a leggere e te lo spiego, spero nel migliore dei modi per te!

Chi è il TNPEE o Neuropsicomotricista
Oggi siamo riusciti a coniare un termine un po’ più semplice, siamo definiti anche Terapisti dell’età pediatrica. La verità è, per dirla molto brevemente e in parole tanto semplici, che io mi occupo di quasi tutti i disturbi dell’area neuropsichiatrica infantile.
Il TNPEE è un professionista che, a seguito del conseguimento di una laurea (da non confondere quindi con lo psicomotricista), è abilitato ad esercitare la sua professione in strutture pubbliche, convenzionate o privatamente.
Quasi sempre lavora in un’equipe multidisciplinare e, grazie alla sua specificità e dopo un’accurata valutazione del bambino, abilita o riabilita, potenzia e migliora le sue competenze.
La sua sfera di azione principale è nella fascia d’età 0-3 anni. Ti potrebbe capitare un neuropsicomotricista che, per scherzare, ti dica che un bimbo sopra ai 3 anni è vecchio!
Un terapista interviene comunque nell’età evolutiva, a mio parere dopo i 10 anni inizia ad essere non più di molto aiuto, a meno che non si sia specializzato su altri fronti.
Ma veniamo ai dettagli.

Di cosa si occupa
Principalmente il neuropsicomotricista si occupa del corpo e del movimento. Per questo accade che, molte volte, genitori o insegnanti pensino che faccia fare ginnastica ai bambini.
Assolutamente no!
Lavora, oltre che su problemi motori, sia a livello neurologico che non, anche e soprattutto per risolvere problematiche comportamentali e relazionali, per migliorare l’area prassica e visiva, l’area cognitiva e grafico-simbolica.
Chiaramente il lavoro varia a seconda dell’età e del disturbo (autismo, ritardo mentale, sindromi, paralisi cerebrali infantili, adhd, disturbo di linguaggio, disturbo dell’apprendimento, etc).
L’approccio è quasi sempre di tipo ludico, a meno che gli obiettivi non prevedano lavori più tecnici o strutturati da svolgere a tavolino.
Attraverso il corpo (che non è solo movimento), il miglioramento della relazione, il miglioramento dell’attenzione verso se stesso, l’ambiente e l’altro, il potenziamento delle capacità adattive e organizzative e il conseguente potenziamento cognitivo che deriva e che solo il lavoro del neuropsicomotricista per le sue competenze sa dare (anche se altre figure professionali come il logopedista, lo psicologo, il fisioterapista spesso provino a fare il suo lavoro), il bambino sviluppa in maniera armoniosa le sue capacità.

Con chi lavora
Come ti accennavo prima, sperando tu sia arrivato fin quì, il neuropsicomotricista lavora in equipe composta solitamente da neuropsichiatra infantile, logopedista e in molti casi anche dallo psicologo. Qualche volta il terapista occupazionale, raramente c’è un fisioterapista.
Succede che possa lavorare solo con il medico, ad esempio quando il bambino è molto piccolo (primo anno di vita quasi sempre, spesso fino ai 2 anni) o se le dinamiche comportamentali-relazionali sono così compromesse, da non permettere un lavoro più strutturato come può essere, ad esempio, anche quello logopedico.
Successivamente, qualora necessario, si prevede l’introduzione nella quasi totalità dei casi della figura del logopedista che resta da sempre il “miglior collega” del neuropsicomotricista.
Dai 2 anni in su viene inserito nel lavoro multidisciplinare, a meno che non si tratti di disturbi specifici non di sua competenza.

Se sei arrivato fin qui, mi piacerebbe stringerti la mano!
Spero ora tu abbia un’idea un po’ più chiara di chi è il neuropsicomotricista, per qualunque dubbio o domanda puoi scrivermi all’indirizzo passieparole@gmail.com.
Così ti stringo la mano. 🙂

Pubblicato in: Logopedia e parole

Mi presento, sono una Logopedista!

Logopedia. Se ne sente parlare sempre più spesso, dalle amiche, dalle maestre, dal pediatra, nell’asilo e nella scuola, insomma un po’ dovunque, quasi ormai fosse “diventata una moda”, dicono in molti.

Ma chi è davvero il Logopedista?
Iniziamo a dare qualche definizione.
Il logopedista è un professionista sanitario riconosciuto dallo Stato, vale a dire che per il suo svolgimento è necessario il conseguimento di un titolo di studio specifico (laurea) .
Non è un educatore quindi, né un insegnante, né tanto meno uno psicologo.
È importante riconoscere a ciascuno il proprio titolo e la propria competenza professionale.
È specializzato nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi del linguaggio orale e scritto  e della comunicazione  nei bambini, negli adulti e negli anziani.

Quali sono in sintesi le aree in cui interviene?
L’idea più diffusa è che il Logopedista sia lo specialista che aiuta le persone a parlare meglio, intervenendo  quando alcuni suoni sono pronunciati male, per correggere i difetti di pronuncia.

 Ma  il linguaggio e la voce non sono solo suoni, sono molto altro.
 Partendo da una conoscenza  degli organi che servono per produrre la voce ( la laringe, le corde vocali, gli organi articolatori), proseguendo con lo studio  del cervello e delle aree cerebrali che si occupano di produrre e comprendere il linguaggio ( eh sì, tutto ciò che facciamo è connesso con il cervello!), il compito del logopedista va ben oltre l’analisi dei semplici suoni che escono dalla nostra bocca.
I suoni, cioè la fonetica, sono solo la superficie del linguaggio, che è composto da parole (lessico), frasi (morfo-sintassi), significati ( semantica) e abilità di comunicazione ( pragmatica).
Valutare il linguaggio significa valutare tutte queste competenze, a livello espressivo e a livello della comprensione, e descrivere un profilo completo e approfondito delle competenze comunicative e linguistiche del paziente.
E di quali disturbi si occupa?
Il Logopedista interviene nella valutazione e nella riabilitazione dei ritardi e disturbi di linguaggio, disturbi dell’apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia), effettua in equipe con altri professionisti il trattamento per patologie come autismo, ADHD, ritardo mentale, sindrome di down e altri disturbi del neurosviluppo. Svolge inoltre il trattamento per i disturbi della voce (disfonie), della deglutizione e dell’eloquio (balbuzie).
In conclusione?
In conclusione, quando avete un dubbio circa lo sviluppo del vostro bambino nelle aree di cui abbiamo parlato, o se avete ricevuto una diagnosi tra quelle sopra descritte, sappiate che il Logopedista dovrà essere una delle figure da contattare per procedere alla valutazione e alla terapia. Informatevi sempre, bene, sulle competenze professionali delle persone che contattate  (se in possesso o meno della laurea in Logopedia, se iscritti  alla Federazione o alle associazioni regionali)  e una volta trovato il professionista, lasciatevi guidare!